Intervento del Presidente Gerardo Biancofiore al forum sul Piano Città


Intervento del Presidente Gerardo Biancofiore al forum sul Piano Città 09 ottobre 2012
La riqualificazione delle nostre città non può più attendere: essa è una priorità , ma anche un importante volano economico per il settore delle costruzioni ed inoltre incentivando la ricerca e l'innovazione tecnologica, favorendo altresì, dove necessaria, una forte alleanza con l'università e centri di ricerca.
Un importante segnale ci viene dal decreto sviluppo all'interno del quale è compreso il Piano Città, è un progetto che può cambiare il volto delle nostre città con il ''riuso''.
Il settore delle costruzioni mostra una maggiore sofferenza rispetto ad altri comparti produttivi per una pluralità di fattori che si sono sommati nel tempo: il crollo della spesa pubblica in infrastrutture, il ritardo dei pagamenti alle imprese per opere realizzate, il blocco delle erogazioni da parte del sistema bancario(credit crunch), la flessione della domanda di case dovuta alle difficoltà di accedere ai mutui. Per tornare a crescere, dunque, le banche devono innanzitutto tornare a fare il proprio mestiere.
Anche in presenza di tutte queste difficoltà - dove l'incertezza è diventata l'unica certezza - non mancano tuttavia i motivi per puntare sul settore delle costruzioni come possibile via di uscita dall'attuale crisi: il settore è infatti anti-ciclico per eccellenza e coinvolge numerosi altri settori produttivi. Proprio ieri il CdM ha approvato misure certamente utili alle imprese e allo sviluppo , ma permane ancora molta incertezza, perchè quando un paese è in decrescita bisogna metterci qualcosa in più in termini di risorse e di ambizione e puntare su progetti e misure a impatto immediato.
Fondamentali sono i tempi, che devono essere compatibili con la crisi in atto e non come il Piano per il Sud finanziato con i fondi europei, dove il Governo - a un anno dalle delibere Cipe che stanziavano 7 miliardi - ancora oggi non ha dato notizie sui tempi di cantierizzazione di queste opere .
Come Ance Foggia e Ance Puglia siamo impegnati da tempo nel sollecitare l'utilizzo di queste somme.
Auguriamoci che questa sia l'occasione per essere ascoltati e per vedere sotto la guida del Governo (attraverso la cabina di regia), di rilanciare la riqualificazione delle nostre città.
Il Piano città, si è reso operativo e proprio oggi scade la presentazione dei progetti: è stato fatto un grande lavoro da parte Ance Nazionale, mentre come Ance Foggia abbiamo scritto a tutti i sindaci della nostra provincia, al fine di sensibilizzarli ed agevolare interventi integrati di riqualificazione di parti significative delle città, purchè abbiano condizioni di immediata cantierabilità.
Abbiamo inoltre siglato un protocollo d'intesa con la Città di Foggia, impegnandoci a promuovere e sviluppare azioni di valorizzazione, finalizzate alla rigenerazione urbanistica dei comparti interessati dal piano.
Le novità più rilevanti sono rappresentate dalla configurazione del piano , non come un intervento di natura straordinaria, ma come uno strumento operativo a regime, essendo previsto che i comuni possono presentare le proprie proposte entro il 5 ottobre di ogni anno.
L'altra novità è rappresentata dal coinvolgimento dell'Abi per siglare un protocollo d'intesa con i comuni al fine di creare un plafond a cui attingere per rendere più facile l'accesso al credito, anche per i privati inseriti nel Piano.
Emerge da questa rapida analisi il ruolo fondamentale di Istituzioni, Enti locali, Regioni e Comuni ai quali viene chiesta efficienza e capacità gestionale oltre a fare rete con il sistema delle imprese.
Noi non ci sentiamo antagonisti ma coprotagonisti con uno stesso obiettivo: il migliore impiego possibile del suolo.
Non possiamo infatti pensare al futuro delle città se non pensiamo al Progetto , alla Costruzione e ai problemi ambientali. Un progetto che sia un ''unicum'' per ridurre il consumo del suolo, risparmiare energia - facendo partire la rivoluzione energetica che l'Europa ci impone- ,riuscire a conseguire una diffusa qualità della vita intesa come valorizzazione del territorio e dell'edificato, qualità delle relazioni, accessibilità ai luoghi, integrazione sociale, infrastrutture digitali nelle casa e nelle città, mobilità sostenibile e rigenerazione degli spazi pubblici.
Certo resta il nodo delle risorse, 224 milioni sono nulla rispetto agli obiettivi , anche se il Ministro Ciaccia parla di allargamento a 2 miliardi; credo che le vere risorse siano quelle private che vanno catturate con incentivi mirati e defiscalizzazioni: la vera sfida del piano città si gioca su questo terreno.
Per far si che questa partnership pubblico -privato abbia successo, è necessario che sia sostenuta da nuove norme e procedure capaci di dare certezze su tempi , con regole chiare e rispettate da tutti e decisioni.
Appare di estrema importanza ,per riqualificare i centri storici e le nostre periferie, la questione dei vincoli urbanistici e ambientali.
Come detto concordiamo sulla necessità di utilizzare in modo intelligente e appropriato il territorio; la riqualificazione, tuttavia, non può avvenire attraverso l'uso di strumenti ordinari di governo del territorio, ma deve basarsi sulla ricerca di processi in cui l'incontro tra interesse Pubblico e Privato sia egualmente bilanciato. Per tornare a crescere abbiamo bisogno di una solida strategia di sviluppo: infrastrutture, smart city e smart mobility sono una via di uscita.
Concludo ribadendo che un ruolo fondamentale è il ripristino del rapporto di fiducia e credibilità tra economia Reale e Finanza o tra imprese e banche, senza il quale restiamo tutti fermi ai blocchi di partenza.
I presupposti per rilanciare il nostro settore ci sono, quello che manca è il credito. Il Governo deve intervenire cambiando rotta, avendo una visione nuova e non avversa al nostro settore: non dimentichiamolo, ed io non mi stancherò mai di affermarlo, che l'edilizia è stata, è, e sarà sempre un settore strategico, unico in grado di contribuire positivamente alla ripresa economica nel breve termine .
Chiudo affermando che le nostre città hanno bisogno di scelte coraggiose orientate ad accrescere la qualità della vita, sostenute dall'adozione di nuove tecnologie. La parola d'ordine deve diventare città migliore, vita migliore. O meglio better city, better life.